Chi non è laureato ancora a 28 anni è uno sfigato: parola di sottosegretario, parola di Michel Martone, sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali, laureato brillantemente a 24 anni, avvocato, docente universitario. Ma Michel Martone è anche figlio di Antonio Martone, giudice, docente universitario, che ha collezionato prestigiosi incarichi istituzionali, amministrativi e accademici, e poi dal dicembre 2003 al marzo 2006 al settembre 2009 componente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali.
Che abbia minimamente influenzato o influito nella carriera del figlio cotanto papà?
In Italia, i giovani dalle intelligenze brillanti, senza cotanto papà, dove vanno? Dopo aver concluso il percorso di studio, magari lavorando perché nelle Università italiane, grazie agli interventi della Gelmini, le tasse sono lievitate e le borse di studio evaporate, in genere emigrano all’estero; percorrono la rotta dei cervelli in fuga, oppure fanno parte dei cervelli sprecati e sfruttati, con un destino da precari, spesso con un lavoro per il quale le loro competenze restano affisse sui muri di casa accanto ai diplomi di laurea e alle speranze. I giovani brillanti, senza cotanto papà, non si possono nemmeno più permettere il lusso di sognare. Vivono alla giornata.
Non c’è da stupirsi se poi qualcuno rallenta il ritmo e resta all’Università qualche anno di più.
Un conto è laurearsi sapendo che alla fine della carriera universitaria ti si apriranno grazie a cotanto papà, larghi orizzonti, un conto è sapere che uscito dall’università ci sarà il nulla ad aspettarti o che dovrai sgomitare nella selva di precariato e sfruttamento.
In una società sana, i larghi orizzonti dovrebbero essere a disposizione di chiunque, per il merito, ma nel Paese dei clientelismi, delle raccomandazioni e delle caste sono più le agevolazioni ricevute in dono dalla sorte per nascita, matrimonio, talvolta per relazioni sessuali, che aprono o chiudono futuri radiosi.
Nel tempo trascorso a costruire la brillante carriera, Martone Junior ha anche appreso molto bene il gergo arrogante e cafone della casta. Io so io e voi nun siete un cazzo, i figli miei so’ miei e i figli vostri so bamboccioni, io so io e voi siete lavativi , io so io e voi siete degli sfigati, eccetera eccetera.. insomma insieme a brillanti incarichi ha acquisito anche una buona dimestichezza nel prendere a calci con disprezzo il “popolo bue”, in questo caso i figli del “popolo bue”.
Nella fattoria degli animali quindi oltre ai maiali e al “popolo bue”, c’è l’acquario dove nuotano gli squaletti e le trote, i primi brillantemente laureati, i secondi diplomati dopo un record di bocciature, entrambi dotati di abbondante dose di arroganza e beneficiati della possibilità di nuotare e sguazzare a piacimento grazie alle spinte di cotanto papà.
Roba da matti…questi si sistemano grazie al potere dei padri ed hanno pure la faccia di semtenziare…andate a guardare come ha avuto il poso di docente universitario…