Prosegue la saga della Terra di Mezzo tra piccoli e medi stregoni

Nella Terra di Mezzo, Berlusaruman  lo stregone multicolore che aveva tenuto sotto un incantesimo gli Hidiobbit, era stato finalmente sconfitto dalle Ent-sentenze  scagliate dalla Procura di Barbalbero. Berlusaruman si era rifugiato nei  suoi palazzi, in compagnia di Vermillutri; il subdolo alitatore già insinuava nelle orecchie di Berlusarumam propositi di rivalsa.

Dalla  lugubre Torre, l’occhio dei poteri della finanza scrutava la  Terra di Mezzo,  in cerca dell’anello del potere: l’Unico.

Il popolo degli Hidiobbit da troppo tempo aveva contemplato i Palantir, le infernali scatole catodiche cadute tra le mani di Berlusaruman. I Palantir avevano fritto molti cervelli, seminando miseri sogni e meschini desideri. Gli Hidiobbit li avevano guardati talmente a lungo da desiderare di entrarci dentro per sentirsi dire, finalmente, IO TI VEDO!

Per troppo tempo Berlusaruman con artifizi maligni aveva trasformato la popolazione della Terra di Mezzo in una folta schiera di  turpi mostri. Non esisteva nessuno che contrastasse l’’avanzata degli eserciti putridi  della Tetra Torre della finanza.

Vent’anni prima, i  Nani di Mordor, in principio sostenitori del socialismo, si erano messi a scavare troppo a fondo nelle viscere delle montagne per accumulare il vero argento, bramato da molti altri popoli della Terra di Mezzo.  Scavando per accaparrare  ricchezze avevano risvegliato i Balrog,  gli  spettri della loro stessa avidità, che li avevano decimati.

I Cavalieri di Marx scorazzavano a sparuti gruppi ormai senza meta, banditi da ogni regno; i progetti politici erano Raminghi persi nei boschi, le idee erano delle Arwen in perenne attesa di trasmigrare definitivamente a Valinor, oltre il mare, in qualche  terra luminosa abitata da  teste pensanti.

La disperazione e la rabbia abitava i cuori di alcuni, la cupidigia i cuori di altri.

 Il giorno della cacciata di Berlusaruman, i putridi orchetti di Forza Mordor si erano raccolti rumoreggiando tra tristi lazzi e ridicoli incitamenti alla rivolta, mentre le Shelob, le  ragne dal molle ventre, sbraitavano e vomitavano fiele.

Nessun alito di vita proveniva dall’Esercito dei morti, i rappresentanti dell’opposizione che  avevano tradito il popolo della Terra di Mezzo, ed erano diventati fantasmi che abitavano desolazione, sempre pronti a trasformare in spettro chiunque si fosse avvicinato a loro.

In quel deserto, nessuna Compagnia si era formata per  distruggere l’Unico, anzi all’orizzonte si profilava solo l’ombra di un altro Stregone che ambiva a possederlo,  un piccolo multicolore fiorentino.

Era il dramma dei popoli della Terra di Mezzo, gli Stregoni a loro non bastavano mai: grigi o multicolori, neri o bianchi. Gli ingenui Hidiobbit erano sempre in attesa di qualche prodigio che fosse una scatola catodica o il web, purchè vi fosse inclusa qualche speranza.

Si bevevano di tutto,  pur di non vivere nel Mondo della Realtà e restare nella Terra di Mezzo.

Le speranze erano perdute.

Ma questa è un’altra storia…….

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