Durante la riflessione collettiva, qualche stereotipo fa capolino di nuovo (come quando i ragazzi riconoscono alle ragazze il pregio di fare bambini) ma questo esercizio educativo può essere nel tempo ripreso e sperimentato nuovamente
Questo lavoro semplice ed efficace, è ispirato ad una lite realmente avvenuta a scuola, lo scorso autunno, tra banchi della II A. Un lite e i ragazzi sbeffeggiano le compagne ancheggiando su inesistenti tacchi, e le ragazze che ricambiano imitando “machi” che ruttano e dicono parolacce. L’insegnante intuisce che c’è la possibilità di stimolare una riflessione sui ruoli maschili e femminili e sui conflitti. Così è cominciato un lavoro di gruppo che ha rivelato come i pregiudizi positivi o negativi, sul genere maschile e femminile, siano fortemente attecchiti tra ragazzi e ragazze. Per mesi l’insegnante ha proposto un laboratorio sulla percezione corporea, la postura, la modulazione della voce, e pian piano è nata l’dea di un testo teatrale che affrontasse in modo semplice e adeguato all’età degli studenti, la questione delle differenze di genere. I ragazzi e le ragazze hanno fatto tutto da soli, hanno scritto il testo e il copione, sempre seguiti dalle “prof” che sono intervenute per invitare a riflettere sulla scelta delle parole e sul significato del ruolo. Dopo mesi di lavoro, Femmine e Maschi è andato in scena divertendo tutti: insegnanti, genitori e pubblico, ma soprattutto “gli attori e le attrici”. Un bell’esempio di educazione e di allenamento al senso critico, in un momento in cui sul pensiero della differenza di genere e sull’ impegno contro l’omofobia, soffiano veti episcopali, insorgono inquietanti “sentinelle”, e si arriva ad opporsi all’educazione al rispetto dell’altro in nome della “difesa di valori tradizionali” o “della famiglia”.