Virginia Lodi, direttrice de La Provincia di Varese, ha risposto con un editoriale alle proteste e alla mail-bombing inviate alla sua redazione, dopo alcuni articoli su un femminicidio, pubblicati sul quotidiano online da lei diretto, firmati da Simona Carnaghi.
Il lato buono della medaglia è che non abbia fatto orecchie da mercante quello cattivo riguarda il contenuto delle sue dichiarazioni che destano ancora molta perplessità e rivelano più una sorta di “difesa d’ufficio” che una chiarezza di idee sui motivi delle proteste (anche la foto scelta per l’editoriale non è felice).
Intanto prosegue la raccolta di firme di protesta contro il linguaggio adoperato dalla cronista (pre-giudizi, stigma e colpevolizzazione per la vittima) per raccontare la morte di una donna, uccisa dal marito, (i link ai due articoli e la descrizione dei fatti li trovate qua e se volete firmate l’Appello aprite il link https://ilportodellenuvole.wordpress.com/…/appello-la-stam…/). Vi chiedo di aderire nello spazio dei commenti al mio blog o di scrivere a nadiasomma@alice.it. Anche Anarkikka e Monica Lanfranco hanno pubblicato l’appello a cui ha aderito anche Giulia Giornaliste.
Invieremo le firme agli ordini dei giornalisti e alle istituzioni e faremo pressioni affinché promuovano una formazione rivolta ai giornalisti e alle giornaliste con particolare attenzione alle scuole di giornalismo, sul tema della violenza contro le donne e il sessismo, sollecitando la realizzazione di una Carta sulle questioni di genere.Chiedendo di far seguire azioni concrete alle parole spesso spese nei convegni sul tema, dai presidenti degli ordini dei giornalisti.
Una lettrice che ha aderito all’appello proponeva un osservatorio sul linguaggio della stampa nei casi di violenza sessista ed io aggiungerei razzista, e omofoba. Sarebbe una buona idea.
@nadiesdaa
L’ha ribloggato su Blog delle donne.