L’italia sotto la lente del GREVIO: progressi importanti, ma la protezione delle vittime resta incompleta

Il nuovo Rapporto GREVIO 2025 fotografa un’Italia che ha compiuto passi avanti significativi nella lotta alla violenza contro le donne, ma dove molte criticità strutturali continuano a frenare l’efficacia delle politiche pubbliche. A cinque anni dalla precedente valutazione, il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa evidenzia riforme coraggiose, ma anche lacune che richiedono interventi urgenti.

Leggi più forti, dati più completi

Il GREVIO riconosce il rafforzamento del quadro normativo italiano: dalla legge 53/2022 che migliora la raccolta delle statistiche sulla violenza di genere, alle riforme del processo penale (leggi 150/2022 e 122/2023), fino alla creazione di procuratori specializzati e linee guida nazionali per la formazione degli operatori.

A questo si aggiungono misure innovative come la piattaforma SCUDO, che permette alle forze di polizia di ricostruire in tempo reale la storia degli interventi in situazioni di violenza domestica, e l’app YouPol, per segnalazioni immediate anche in forma anonima.

Centri antiviolenza: più fondi, ma non abbastanza

Sul fronte dei servizi, i finanziamenti sono cresciuti in modo consistente: da circa 10 milioni di euro l’anno ai 55 milioni del 2023, fino agli 80 milioni del 2024.
Nonostante questo, il rapporto denuncia ritardi nei trasferimenti, procedure frammentate e differenze profonde tra regione e regione, dove l’efficacia dei servizi dipende ancora troppo dal territorio.

Prevenzione: scuola e formazione restano indietro

Uno dei punti più critici riguarda l’educazione: i temi della parità di genere, del consenso e dei ruoli non stereotipati non sono ancora parte di un curriculum scolastico nazionale omogeneo. Il GREVIO sottolinea inoltre l’esplosione del consumo di pornografia violenta tra i minori e il collegamento con l’aumento degli stupri di gruppo commessi da adolescenti. IT_

Processi ancora troppo lunghi e poche condanne

Malgrado le procedure accelerate introdotte negli ultimi anni, i procedimenti penali per reati come stalking, maltrattamenti e violenza sessuale restano lenti, spesso soggetti ad archiviazioni. La causa? Carenza di personale, carichi di lavoro insostenibili, e il nuovo criterio per cui un caso viene portato a processo solo se esiste una “ragionevole prospettiva di condanna”, più restrittivo rispetto al passato.

Affidamento e violenza domestica: lacune pericolose

Una delle criticità più gravi riguarda i procedimenti di diritto di famiglia: non sempre i giudici verificano adeguatamente la presenza di violenza domestica prima di decidere su affido e visite, e il GREVIO denuncia l’uso ancora diffuso di concetti privi di base scientifica come la “sindrome da alienazione parentale”.

L’Italia ottiene dal GREVIO un giudizio in chiaroscuro: riforme ambiziose, investimenti crescenti, strumenti più moderni. Ma per costruire davvero fiducia nelle istituzioni — il cuore della Convenzione di Istanbul — servono continuità, formazione sistematica, risorse certe e un approccio realmente uniforme su tutto il territorio nazionale.

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