Il popolo ha fame di lavoro? Non diamogli monotonia!

 

Il posto fisso non c’è più. I giovani devono abituarsi a quest’idea. E poi, diciamolo, che monotonia: è più bello cambiare e accettare nuove sfide”.”: lo ha detto ieri sera a Matrix, Mario Monti. L’austero professore  è scivolato sulla buccia della sua sobrietà gettata via maldestramente e ha mostrato il frutto dell’arroganza di cui si nutre, come tutti gli appartenenti alle caste di  privilegiati.  Il professore universitario, l’economista, il presidente del consiglio, il parlamentare, il banchiere, il grigio salvatore della Patria, il super Mario, appartiene a più caste. Può godere, tra i tanti lussi, anche di quello di avere in tedio la monotonia di un incarico di senatore a vita, e coltivare il privilegio di temere la noia. Adagiato su una vita fatta di agio e benessere economico, ha potuto cavalcare le sue ambizioni, collezionare riconoscimenti, accettare sfide, accumulare incarichi prestigiosi. 

Come la regina Maria Antonietta che non conosceva i morsi della fame e al popolo che chiedeva pane rispondeva con l’invito a nutrirsi di brioche, così Mario Monti che non conosce l’angoscia  di milioni di precari sottopagati, lavoratori usa e getta umiliati da lavori a bassi salari,  sdegna uomini e donne che ambiscono ad avere la continuità nel posto di lavoro, il desiderio di tranquillità e stabilità, la possibilità di fare progetti.

La libertà di licenziare garantita negli ultimi vent’anni, dalla proliferante gramigna dei contratti atipici non ha aumentato l’occupazione. Tutt’altro. Ha abbassato vertiginosamente i redditi e la qualità del lavoro ed  ha alimentato lo sfruttamento selvaggio del lavoro giovanile.

La battuta di Mario Monti, arriva a pochi giorni dalla pubblicazione dell’indagine  Istat  sull’occupazioe. che denuncia un aumento della disoccupazione. I senza lavoro in Italia sono 2 milioni 243mila di cui 1 milione donne. Nella fascia tra i 15 e i 24 anni un giovane su tre è disoccupato. Nel nord il tasso di disoccupazione giovanile è al 31% al sud arriva al 51%. La speranza di lavoro tra i giovani è talmente bassa che in un recente rapporto dell’Eurispes il 60% dei giovani intervistati tra i 18 e i 24 anni, ha dichiarato di voler lasciare l’Italia.

E’ un mistero di alchimia politco-economica che  la ricetta  proposta dalle “eminenze grigie” del governo, Monti e Fornero,  contro la disoccupazione, debba essere l’abolizione dell’articolo 18 che vieta i licenziamenti senza giusta causa. Oppure  più che un mistero è un imbroglio.

 L’articolo 18 in effetti è l’ultimo principio rimasto che garantisce che il lavoro è un diritto e non una concessione  a discrezione del datore di lavoro, e che l’azienda è una controparte di un contratto e  non un padrone. E’ il contrappeso per bilanciare la disparità di forza tra datore di lavoro e lavoratore. 

Abolito quello, lo abbiamo già visto con i contratti di precariato, non ci saranno  più lavoratori, ma saremo tutti schiavi e servi alla mercè di qualunque ricatto di azienda o di impresa. Forza lavoro da spremere, da sfruttare, saremo vuoti a perdere. 

E la monotonia e la noia resteranno quello che sono sempre stati: un privilegio di pochi.

2 pensieri riguardo “Il popolo ha fame di lavoro? Non diamogli monotonia!

  1. A caldo non sono d’accordo con Monti ma come popolo cambierei idea fra due giorni se leggessi l’editoriale di Ernesto Galli Della Loggia.Un nome così lungo non può che essere credibile
    Monti o i teorici come lui che non escono dalle aule scolastiche e dai laboratori di ricerca, vivono in un altro pianeta,felpato profumato e insonorizzato che non puzza di olio di lubrificazione o di fagioli da mensa aziendale
    La flessibilità del lavoro mi va bene ma in una economia dinamica in cui il ritmo e il volume di lavoro sono sempre più alti..

  2. Concordo. Quello che rende sgradevole l’affermazione di Monti è non considerare il contesto politico economico e direi anche culturale nel quale sta affogando l’Italia, dove la vacanza dei diritti acquisiti e la logica della prevaricazione e della legge del più forte stanno diventando i parametri.

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