Un altro genere di comunicazione? …Sarebbe bello!

Dopo il post pubblicato il 2 luglio scorso, sul Fatto Quotidiano on line “Ossessione per gli shorts delle quattordicenni parliamone!”, una gentile lettrice mi segnala che sulla pagina del blog Un altro genere di comunicazione c’è un link al mio post ed il seguente commento: “Premessa: ci fa piacere che la campagna “#GliShortsNonStuprano” si stia diffondendo e ringraziamo tutt* quell*che ne hanno capito l’essenza. Ma perchè almeno i giornali principali non si premurano MAI di citare le fonti? Non era buona regola giornalistica riportare l’origine di una notizia – come ad esempio chi è che solleva una protesta, da quale blog nasce una campagna, opinioni varie ed eventuali – o ormai dobbiamo accontentarci di infiniti editorialini?Perchè fare finta di essere i primi a parlarne?”. Gli strali sono  proprio rivolti a me.  La “colpa” ? Di  non aver citato la “fonte”dell’articolo di Cubeddu  ovvero: Un altro genere di comunicazione.  Quanto “a far finta di essere stata la prima” boh!

Scrivo a UAGC  dispiaciuta (anzi sono rimasta davvero di “palta”).

Innanzitutto perchè  UAGC è un blog che mi piaceva e che seguivo (tra i tanti che trattano di questione di genere) e quindi la scelta di piazzare la mia faccia sull’amata loro pagina con l’allusione ad una mia scorrettezza è stata un vero e proprio colpo basso. Un processo alle intenzioni oltre che  una scelta  arbitraria. Che la notizia sul post di Cubeddu l’avessi appresa dal loro blog è una convinzione che   mi è parsa pretenziosa e direi autoreferenziale.  Sarebbe stato più corretto un contatto diretto con la sottoscritta se proprio UAGC  si sentiva in diritto di  ricevere spiegazioni (e le avrebbe avute).   Tutte e tutti sappiamo come funziona feisbùk : se metti la faccia di uno con un commento negativo a fianco,  corri il rischio di fare un  invito  pubblico all’invettiva  non proprio gentile. Se poi lo fai e non avvisi nemmeno la diretta interessata è ancora più sgradevole.

UAGC mi ha risposto (non so ancora con chi ho parlato perchè chi rispondeva non ha firmato per nome e cognome) che non c’era nulla di personale (come non c’è nulla di personale, metti la mia faccia e il link al mio post accusandomi, senza alcun dubbio, di aver saputo della notizia da te senza citarti, e  poi mi scrivi  niente di personale?!!!) ma rivendicava la mancata citazione.

Peccato che  il  materiale per commentare me lo ha fornito lo stesso malcapitato Marco Cubeddu  e la  notizia del post “Ragazze in shorts ma vi siete viste?”  pubblicato sul Secolo XIX  mi è arrivata sulla mia pagina feisbùk  da un mio  contatto.  Se  Un altro genere di comunicazione,  pregevole nelle sue campagne di informazione e nel suo impegno femminista  si è  convinto  di essere l’unica fonte di notizie sessiste sul web,   pretenderà da oggi in poi di essere citato da qualunque blogger o articolo che tratti dello stesso  argomento pubblicato prima sulla sua pagina? (Prima quando e quanto?).

Su  feisbùk si è migliaia (milioni?) di utenti e  i social network  sono una sorta di mare magnum con “correnti e moti ondosi” ,  la bottiglia con il messaggio ti può arrivare da qualunque parte.  Il “L’ho visto prima io!”  che già è rivendicazione farraginosa quando riguarda un vestito, un’ auto, un ombretto  o un fidanzato,  regge ancor meno in quel caotico mondo della rete. Chi ha visto per primo, cosa e quando? A questo punto basterebbe postare per primi un articolo e pretendere di essere citati da chiunque. Ma come si fa ad essere certe di essere state o stati i primi e di essere stati la “fonte altrui”?

Tutt’altro discorso naturalmente vige per l’utilizzo di contenuti altrui o la maternità o paternità di iniziative, o di notizie di fatti o avvenimenti di cui si ha l’eslcusiva : in quel caso la citazione è un obbligo.

Ma non era questo il caso e tant’è, il link con la mia faccia e l’accusa (anzi la pretesa direi) di mancata citazione è rimasta lì.

L’ho trovata una caduta di stile come avviene quando per irritazioni di natura squisitamente personale ci si lascia andare alla “frecciatina”.  Sa molto di donne  di altri tempi e pensavo che fossero finiti (almeno tra le femministe).

Abbiamo bisogno di  un altro genere di comunicazione  ma  temo anche  ci sia molto bisogno di saper instaurare relazioni di “altro genere” con donne e con uomini.

Relazioni meno narcisisticamente centrate?

Ecco adesso UAGC  la mia fonte siete voi e come potete vedere, vi ho citate.

Buon lavoro ragazze!

@Nadiesdaa

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