La ministra Lorenzin inciampa ancora sulla campagna per fertility day

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Beatrice Lorenzin – ministra della Salute 

La campagna condotta da Beatrice Lorenzin sulla fertilità degli italiani comincia ad aver qualcosa di comico e caricaturale. Come il fantozziano personaggio della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare, la ministra alla Salute Beatrice Lorenzin non riesce proprio a varare la campagna per il Fertility day. Un mese fa circa, aveva dovuto ritirare le cartoline propaganda realizzate dal ministero per stimolare una generazione di precari sottopagati, a mettere al mondo figli, ammonendo le italiane, solitamente licenziate appena annunciano una gravidanza al datore di lavoro, a non attendere troppo per mettere in cantiere dei figli. Erano state durissime le contestazioni per l’irritazione di una propaganda che in un Paese sempre più impoverito, soggetto a continui tagli del welfare e con la disoccupazione femminile più alta d’Europa , aveva tutto il sapore di una presa per il culo. La ministra alla vigilia del fertility day ha dovuto fare marcia indietro una seconda volta. Insomma non ne azzecca una.

Questa volta si tratta del  razzismo sulla copertina degli opuscoli distribuiti per la prevenzione della sterilità e dell’infertilità. Le situazioni messe a confronto per indicare comportamenti positivi e negativi contrappongono un gruppo di garruli e sorridenti ragazzoni bianchi e biondi ad  un gruppo di giovani di colore che si fanno canne.  La cosa avvilente è che le foto dell’opuscolo pare siano state prese pari pari dalla pubblicità per uno studio odontoiatrico, insomma nemmeno lo sforzo di realizzare qualche foto. La ministra grida al complotto e ha fatto già cadere delle teste   e promette indagini per sapere come mai è stato messo in circolazione del materiale diverso da quello che era stato vidimato.

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Copertina dell’opuscolo per prevenire la sterilità e l’infertilità del ministero della Salute

Il responsabile della direzione generale della comunicazione istituzionale del suo Dicastero che ha curato la redazione e la diffusione del materiale informativo ha fatto le valigie.

L’obiettivo di far figliare le italiane ad ogni costo pare essere divenuto una ossessione per Lorenzin e ci si comincia a domandare quanto della sua vita privata non stia pesando sulle scelte politiche del suo ministero.  Insomma il dubbio che  la ministra ci sta mettendo del suo comincia ad insinuarsi.

Il web si sta scatenando nuovamente e tra proteste serie, parodie e sberleffi prende in giro la propaganda per la fertilità del Governo ma non  c’è proprio da riderci troppo. La scorsa estate (determina 6 luglio 2016) è passata del tutto sotto silenzio la scelta di passare molte pillole anticoncezionali  dalla classe A, ovvero dai farmaci mutuabili, alla classe C che contraddistingue i farmaci a pagamento. E’ una scelta che ricadrà sulle donne che vivono in maggiore disagio economico e che potrà essere un deterrente per l’assunzione di anticoncezionali magari per indurre a ricorrere al coito interrotto, pratica che proteggeva da gravidanze indesiderate quanto un hula hoop dalla pioggia. Queste scelte politiche insieme all’ormai consolidato boicottaggio della 194 mettono a rischio la libertà di scegliere se fare figli e anche la salute riproduttiva delle donne e sono oltretutto vuota propaganda. L’Italia ha un calo demografico costante ma le soluzioni non stanno certo nello stampare due opuscoli che facciano la ramanzina sui rischi dell’infertilità e dato che ormai è risaputo che i Paesi occidentali dove si è alzata la natalità sono quelli dove c’è maggiore occupazione femminile e minori disuguaglianze.

@nadiesdaa

 

 

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