
Oltre Bibbiano, l’inchiesta pubblicata su Panorama il 21 agosto scorso, cita tutti i cavalli di battaglia delle associazioni dei padri separati. Sono argomenti che tra propaganda e disinformazione hanno orientato l’opinione pubblica negli ultimi vent’anni: la povertà e i suicidi dei padri separati che non vedono i figli, i lauti assegni devoluti alle avide e spendaccione ex mogli,infine le false accuse. Il motto di Joseph Goebbels, ‘Ripetere una bugia cento, mille, un milione di volte la renderà una verità‘ purtroppo trova riscontro nella realtà.
Ma procediamo punto per punto.
La povertà dei padri separati
Quella della povertà dei padri separati è una narrazione parziale. Non si nega che gli uomini dopo la separazione affrontino difficoltà economiche anche pesanti e vadano incontro a impoverimento ma anche le donne separate si impoveriscono.
Linda Laura Sabbadini, esperta di statistica sociale e pioniera di rilevazioni sulla violenza di genere ha più volte spiegato che nel nostro Paese i separati hanno un livello di povertà assoluta superiore alla media: 10,9% contro l’8,9% dei non separati, ma il rischio di impoverimento delle donne è maggiore. Solo il 59,2% delle separate lavora contro l’82% dei separati. Le donne in povertà assoluta son il 12,7% e il valore è ancora più alto se vivono sole e con figli: 18% , inoltre il 75% dei padri separati non è in regola con il versamento dell’assegno. La stessa Caritas ha rilevato che del 15,7% dei separati che chiedono aiuto la maggioranza è composta di donne (53,5%).
Quanto ai lauti assegni di mantenimento sono corrisposti solo al 10% delle donne senza figli e al 21,3% delle donne con figli minori per un importo che raggiunge al max 500 euro mensili, l’abitazione viene assegnata alle mogli solo nel 60% dei casi e nel 69% quando ci sono figli.
Il tema della povertà dei padri separati scalda gli animi e veicola risentimento contro le donne senza che la politica in vent’anni abbia fatto interventi per abbattere le disparità salariali tra uomini e donne o abbia contrastato la disoccupazione femminile che in un sistema che non garantisce più diritti, sono costrette a scegliere tra lavoro e cura dei figli. E la cura dei figli svolta principalmente dalle donne va benissimo finchè dura il matrimonio ma quando avviene la separazione si rivendicano tempi paritari da trascorrere insieme ai figli e a prescindere dalla sostenibilità della richiesta.
La fallita proposta di riforma dell’affidamento condiviso del Senatore della Lega, Simone Pillon, ha intrapreso i propri passi nel solco delle rivendicazioni rancorose di associazioni misogine e enza alcuna osservanza della Convenzione di Istanbul e della Carta dei diritti del fanciullo perchè avrebbe ostacolato le tutele nei casi di violenza domestica su donne e bambini. La soluzione del senatore e dei suoi soci per le difficoltà economiche di chi si separa? Spostare il problema della povertà dai padri alle madri senza risolverlo e senza tenere conto delle reali necessità dei figli minori.

Le associazioni di padri separati
Nel corso degli ultimi tre anni sono nate diverse associazioni di padri separati ma nell’ultimo anno c’è stato un vero e proprio boom. Il motore trainante è stato proprio il ddl Pillon che come abbiamo detto prima, rispondeva a pieno agli obiettivi di moltissime associazioni di padri separati rancorosi e arrabbiati: ovvero togliere l’assegno di mantenimento per i figli obbligando i bambini a trascorrere tempi paritetici con i genitori, liberare le case coniugali dalle madri e figli per riacquistarne pieno diritto, riconoscere e introdurre l’Alienazione parentale tra le cause di cambio di collocazione imponendo ai bambini di stare con il genitore rifiutato senza approfondire i motivi del rifiuto. A questi punti si aggiunge la mediazione obbligatoria, istituto che avrebbe potuto aggravare ulteriormente sia la conflittualità genitoriale che vittimizzare le donne che subiscono violenza (la mediazione in caso di violenza è vietata dalla Convenzione di Istanbul ma non tutte le donne vittime di maltrattamenti svelano la loro realtà con la separazione). Un ddl adultocentrico che non avrebbe tutelato l’interesse dei minori bensì li avrebbe sacrificati per ridare obbligatoriamente ai padri quella responsabilità genitoriale già mancata tra le mura di casa e che vedeva nel vantaggio economico l’unica ragione di questa sete di paternità. I padri separati sono sul piede di guerra cercando di spare sul bersaglio sbagliato, le donne.
Le false accuse
La violenza familiare esiste e chi la commette ha sempre interesse a sostenere che si tratta di invenzioni o false accuse. Ci sono blog misogini, talvolta gestiti da uomini rinviati a giudizio per violenze o stalking, che sfornano bufale a ripetizione e fanno propaganda sessista malcelata dalla rivendicazione di volere la “vera parità” tra uomini e donne. A volte persone poco informate possono fare dichiarazioni imprudenti come quella rilasciata a Panorama da Tiziana Franchi, presidente dell’associazione Padri Separati: “per avviare un procedimento penale per stalking bastano tre telefonate fatte alla ex“. In realtà ci vuole ben altro e quando si avvia il procedimento penale vuol dire che ci sono elementi gravi a carico dell’indagato.
Indagini canadesi ed inglesi hanno dimostrato che le denunce di abusi sessuali sui minori che si sono rivelate infondate vanno dall’1 al 3 %. Uno studio pubblicato da Marinella Malacrea nel saggio Bambini abusati (Cortina editore 2018) fa emergere percentuali coerenti con le ricerche europee. Si confonde da anni ad arte l’archiviazione di denunce perchè non si è riusciti a raggiungere la prova con le calunnie fatte deliberatamente per vendetta contro l’ex. Eppure la cronaca narra di donne uccise dopo aver fatto fino a 12 denunce, ma la narrazione della donna come bugiarda attecchisce perché si lega al pregiudizio misogino: quello della donna come essere falso e menzognero. Eppure le statistiche internazionali e nazionali ci confermano che la violenza nelle relazioni di intimità colpisce prevalentemente le donne. A dirlo è Fabio Roia, 59 anni, presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano. Un magistrato con esperienza trentennale raccontata nel libro Crimini contro le donne. Politiche, leggi, buone pratiche (Franco Angeli):
L’elevato numero di archiviazioni è spesso dovuto al ritiro delle querele da parte delle donne a volte ingannate da promesse di cambiamento del partner o anche per inefficienza della magistratura non adeguatamente formata nel saper riconoscere la violenza. Infine un ruolo viene giocato dalle CTU che confondendo violenza e conflitto invitano le donne a ritirare la querela per dimostrare di abbassare la conflittualità. Il Csm recentemente ha mandato a tutti i capi degli uffici giudiziari una circolare per migliorare la qualità dell’azione della magistratura con una maggiore specializzazione dei giudici e dei pubblici ministeri e una riduzione dei tempi dei processi per dare migliori risposte alle donne.
I suicidi
Gli uomini ricorrono alla suicidio più spesso delle donne, l”Istat ha rilevato che le cause del suicidio sono legate soprattutto a malattie fisiche, mentali, stati morbosi ecc. ma non è stata fatta nessuna rilevazione sullo specifico suicidio dei padri separati anche perchè le caratteristiche del fenomeno rendono difficilissimo risalire alle motivazioni. Il suicidio è una tragedia ma è estremamente difficile (lo stesso Istat lo ha specificato) risalire in maniera netta alle sue cause. E allora, da dove viene il dato del 200 suicidi l’anno dei padri separati? Abbiamo cercato approfonditamente per mesi e il dato non ha alcuna conferma ufficiale da nessun organo istituzionale. Risulta essere buttato lì dal presidente di una associazione di padri separati senza che nessun istituto nazionale o internazionale lo avesse mai registrato, una bufala insomma.
A questo proposito nell’articolo pubblicato su Panorama, Tiziana Franchi dice la verità: non esistono stime ufficiali sui suicidi ma aggiunge “credo a questo numero” come se fosse un atto di fede, qualcosa che non deve nemmeno essere provato. E perchè mai?
La propaganda sui 200 suicidi l’anno dei padri separati ha raggiunto tre obiettivi. Demonizzare le donne attribuendo alla scelta di separarsi, la responsabilità della morte degli ex; stimare la morte degli uomini in numero doppio rispetto alle donne vittime di femminicidio; manipolare e influenzare l’opinione pubblica rovesciando la responsabilità della violenza intrafamiliare dal violento che uccide e talvolta si suicida, alla donna uccisa. Tempo fa per vederci meglio, abbiamo chiesto al presidente di una associazione di padri separati di inviarci qualche link o riferimento a questi suicidi e rispose gentilmente inviandoci un elenco pubblicato sulla pagina Morti di Stato . La prima cosa che abbiamo fatto è stata contare il numero degli uomini che si sono suicidati: 58 non in un anno ma in un arco temporale che va dal 1996 al 2012 ovvero 16 anni. Ma la cosa che lascia davvero sconcertati è che tra le vittime ci sono uomini che hanno commesso femminicidio e figlicidio per poi suicidarsi. Nell’intervista di Panorama del resto, Franchi cita la vicenda di un medico bolognese che dopo aver perso l’affidamento di una figlia per una denuncia di abusi, ha ucciso l’altra di 10 anni per poi suicidarsi e la cosa incredibile quanto gravissima è che parla di quest’uomo come di una vittima. E le bambine? E la ex che ha perso una figlia?
La normalizzazione e giustificazione della violenza contro le donne rovescia completamente le responsabilità dall’autore delle violenze alle vittime e tenta il resettaggio di tutto ciò che la civiltà e il riconoscimento dei diritti delle donne e dei fanciulli avevano conquistato negli ultimi 70 anni: è sempre l’arcaica cultura patriarcale che tesse la logica di queste narrazioni. Se l’uomo diventa violento insomma è colpa della donna che non accetta il ruolo subordinato, che non accetta più le violenze e lo lascia perchè “gli vuole portare via i figli e i soldi” . E’ per questo che chi fa attivismo in queste associazioni pensa sia comprensibile che l’uomo distrugga per rivalsa o vendetta l’oggetto – figlio o l’oggetto – moglie.
Non aveva forse il pater familias diritto di vita e di morte su moglie e figli?
di Nadia Somma e Jakub Stanislaw Golebiewski
Salve. Premetto che non sono dalla parte delle associazioni, cosiddette, dei “Padri separati”, ma una cosa vorrei dirla in merito. Il problema dei gruppi femministi, consapevoli e non, pilotati o meno, è che osservano e criticano la questione a senso unico, non analizzando caso per caso. Non avete sempre ragione, non vi rendete minimamente conto che situazioni reali esistono da entrambe le parti, e che vedono degli uomini finire ai margini della società perchè senza scelte e difese. I vostri gruppi pseudo rivoluzionari sono tutti pilotati, ma non ve ne rendete assolutamente conto. Non esiste nessuna rivoluzione, solo importanza individuale, e ogni vita e storia singolarmente analizzabile.
non so di che parla? I “vostri gruppi” ..quali gruppi? Lei ha figlie? Se si dica loro di andar via dall’Italia. Non sarà un Paese per donne ed è destinato a morire per questo. Saluti
Ecco, la risposta che mi aspettavo: “Non ha figlie” – Perché (dico io), per i figli maschi c’è futuro? Anche voi, come tutti gli altri movimenti, vivete di dualismo; “io ho ragione tu sbagli”. Finché vivrete con questa ottica non andrete da nessuna parte. I diritti sono per tutti. Quando muore una donna per mano di un uomo è OMICIDIO, non femminicidio, come se la vita dell’uno valesse più dell’altra. Il muro contro muro ha comportato, nel corso degli anni, ad aumentare le violenze da entrambe le parti, non solo dalla parte maschile. La donna ha voluto la sua trasformazione in base alla vita dell’uomo, morale della favola: oggi abbiamo molte più donne/uomini, che donne, più scontro meno dialogo, più durezza, meno femminilità, più donne/uomini, meno figli. Ecco a cosa sono serviti i movimenti femministi; a dimezzare, se non far sparire le nascite, e poi non devo credere che questa sia una cosa pilotata dall’alto, certo che lo è. Vi hanno regalato delle caramelline amare solo per farvi credere di essere più emancipate, ma non vi rendete conto che il suffragio universale è stata una manovra pilotata dai Servizi Segreti americani? Che il divorzio e l’aborto sono leggi anti umane, che sicuramente, per fortuna qualcuno lo aveva previsto, avrebbero diviso la società ulteriormente in un conflitto pseudo ideologico, dove la donna si sente più forte dell’uomo, e viceversa.
Durante un summit segreto, ne parla anche Jovanotti in un filmato su Youtube, ad opera di Google, alias Rotshild, erano presenti: ONG, MUSICISTI, ARTISTI, ALTA FINANZA E BANCHIERI, PERSONAGGI AMBIGUI, E GRUPPI DI FEMMINISTE. Poco dopo questo summit è arrivata la caramellina (di cui parlavo prima) del calcio, anche la donna dentro al sistema più infame e distruttivo, chiamato calcio, per il solo scopo del “contentino politico”. Non a caso è partito il Mondiale poco dopo. La reazione di tutti? “Finalmente! La donna si è emancipata!” E per voi, questa è emancipazione? Rivoluzione? A me sembra più controllo mentale.
Finché vivrete nel dualismo non andremo mai avanti e lo scontro aumenterà. Se per voi questa è la strada giusta, va bene così, complimentoni!
il suffragio universale..mo è pure contro il suffragio universale..come la vede una società per le donne tipo Isis? Arabia Saudita? Eppoi che caspita ha contro donne che giocano a calcio? Perchè le da fastidio? Non guardi le partite, insomma è contro il voto delle donne, contro alle donne che giocano a calcio, ma pensa di poter mettere bocca e vorrebbe vietare alle donne ciò che vogliono e desiderano fare? Non so se si rende conto ma non potete più e potrete sempre meno dire alle donne che cosa possono o non possono fare. Se ne faccia una ragione. Le do un consiglio viva la sua vita così pensa mena a cosa fanno o non fanno le donne.
Ma non ha capito proprio niente di tutto quello che ho detto! Isis, Arabia Saudita, quante stronzate. E poi io non devo arrendermi all’idea di niente e nessuno, vivo la mia vita rispettando tutto e tutti, ho solo espresso la mia idea sui vostri gruppi femministi che non porteranno mai a niente perché lavorano esclusivamente col muro contro muro. Come uno si sposta dalla vostra ottica o è dell’Isis, o è maschilista. E se le dicessi che sono una donna, come la prenderebbe? Basta, non serve a niente questa discussione, è sterile come il suo comportamento.
Che lei sia donna o uomo a me non interessa. Chi ha scritto questo commento confuso e pasticciato non conosce nulla del suffragismo tantomeno del femminismo. Solo chi non ha letto nemmeno una riga di testi femministi può banalizzare come si fa al bar dopo tre bicchieri , la rivoluzione di pensiero più forte nella storia dell’umanitá. . Sei maschilista che tu sia uomo o donna poco cambia .La cultura possiede cervelli oltre i corpi.
Ha ragione Androgino