Il Lupo di Bibbiano è la narrazione sulla leggenda che sconvolse l’Italia nel 2019. Scritto dall’avvocato Luca Bauccio, difensore di Claudio Foti nel processo di Bibbiano, è un libro appassionante e commovente dotato di passaggi di raffinata ironia. Non è solo il racconto della difesa di un uomo accusato ingiustamente, è anche la narrazione sul filo dell’empatia che si instaura tra un avvocato e il suo assistito. Un’umanità che viene dimenticata quando la giustizia penale diventa uno spettacolo: panem et circenses.
Luca Bauccio illumina il delirio collettivo che attraversò l’Italia nell’estate del 2019 e che fu cavalcato con spregiudicatezza da politici, alimentato dalla scarsa deontologia professionale di giornalisti che ne scrissero senza verificare le notizie. E’ consigliato dunque, alle persone coraggiose. A tutti coloro che, dopo aver creduto all’esistenza del mostro, sanno gettare alle ortiche l’alibi delle loro piccole o grandi mostruosità interiori. Parti neglette con le quali tutti coabitiamo. Nessuno escluso. Quindi abbiamo bisogno di rituali e capri espiatori? Sì, a quanto pare. Dal caso Tortora al caso Foti, quando il mostro viene offerto alla gogna mediatica e alla piazza, oggi virtuale dei social, ognuno vuole sbranarne un pezzo, assistere all’esecuzione, lasciare un like ai titoli di giornale che gridano “al lupo”.
“Un processo politico-mediatico- giudiziario che ha catturato il lupo, l’autore di lesioni gravissime ai danni di una giovane paziente, lo speculatore di tragedie, la macchina da soldi, il pianificatore di inganni ai danni dei tribunali” che l’11 novembre 2021 si concluse con la condanna a quattro anni, senza attenuanti, di un uomo arrivato incensurato alla soglia dei 68 anni. “La vita di Claudio Foti costellata da traguardi straordinari – scrive Bauccio – era stata cancellata“. L’assoluzione della Corte d’Appello di Bologna, confermata in Cassazione, ha sciolto come acqua di mare il castello di sabbia delle accuse, frutto di un’inchiesta farraginosa e di una consulenza tecnica che attribuì l’impossibile a Foti: aver causato un disturbo borderline con la psicoterapia. Una consulenza che poco più di un anno dopo, la Corte d’appello di Bologna giudicherà duramente: “La diagnosi formulata dalla dottoressa Rita Rossi si profila del tutto disancorata da evidenze scientifiche e risulta fondata su un metodo individualizzante, caratterizzato dalle intuizioni della professionista”.

Luca Bauccio e Claudio Foti
Bibbiano si può spiegare solo tenendo insieme tutti gli elementi presenti nel ciclone mediatico giudiziario. Tra questi elementi spunta anche l’inchiesta giornalistica “Veleno” di Pablo Trincia pubblicata da Repubblica nel 2017. Si tratta della rivisitazione di cinque processi conosciuti come “I diavoli della Bassa Modenese” conclusi con tre gradi di giudizio, l’assoluzione di alcuni imputati e ben 14 condanne passate in giudicato per abusi e maltrattamenti su bambini. Secondo una sua lettura personale, Pablo Trincia ritiene che si trattò di persecuzione di innocenti fondata su ricordi indotti nei bambini. La sua tesi ha riscosso molto successo ed è diventata una sorta di Bibbia per un movimento innocentista, nonostante la Corte d’Appello di Ancona nel 2020 e la Corte di Cassazione nel 2022, abbiano respinto la richiesta di revisione del processo avanzata da un genitore condannato a 11 anni.
“Veleno – scrive Luca Bauccio – scava nelle angosce più profonde di ognuno di noi – la paura di perdere i propri figli e di essere accusati ingiustamente di avere voluto il loro male e riesce così a connettersi col pubblico, guadagnando il suo incondizionato favore”. Nel 2019, il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare citò Veleno: “Foti risulta mostrare un peculiare atteggiamento che denota il suo tasso di potenziale criminalità… ciò si desume dalla saccente presunzione, priva di qualsiasi deviazione dal dubbio incrollabile di essere dalla parte della ragione con la quale commenta durissimamente l’inchiesta giornalistica nota col titolo di Veleno“. Lo psicoterapeuta fu anche colpevole, quindi, di criticare gli 8 podcast Veleno?
L’inchiesta di Bibbiano, lo sappiamo, fu anche un cavallo di battaglia per le elezioni regionali in Emilia-Romagna, rievocando lo spauracchio dei “comunisti che mangiano i bambini”, risciacquato nel 2019 con lo slogan “il partito che fa affari con i bambini”, ovvero il Partito Democratico.
iL PROCESSO ALLA PSICOLOGIA DEL TRAUMA
Ma il processo a Foti è stato anche il processo alla psicologia del trauma tanto avversata da quei consulenti tecnici d’ufficio sostenitori della teoria pseudoscientifica dell’alienazione parentale: “Durante il processo di appello – scrive Bauccio – mi sono chiesto tante volte se condannare Claudio Foti non abbia rappresentato l’occasione per riaccreditare la denigrazione genitoriale come causa di disturbi della personalità, un modo per far entrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta principale. Non nominando la PAS, per la scienza: una chimera senza fondamento scientifico, si era riusciti a dare alla causa un ruolo, una dignità giudiziaria. Senza mai nominare la PAS, se ne era accreditata la causa. Abbastanza per i malconci sostenitori della PAS. Abbastanza per non dirsi vinti”.
In tanti fecero la caccia al lupo in quei giorni, ognuno con un proprio alibi in tasca, ognuno a caccia di rivalsa, o a caccia delle proprie mostruosità. In tanti salirono sul pulpito, infuencer e professionisti avversi alla psicologia del trauma. Giovan Battista Camerini, neuropsichiatra, molto attivo su Facebook, scrisse: “Un noto terapeuta abusologo è stato condannato dal Tribunale di Reggio Emilia per avere prodotto danni ad una bambina presunta vittima di abusi sessuali con interventi “terapeutici” impropri”.
E il Lupo di Bibbiano? In realtà non è mai esistito. Claudio Foti non si è mai travestito da lupo. Il quadrupede era fatto di pezza, un pupazzo acquistato all’Ikea e utilizzato in un contesto terapeutico rilassato e giocoso. I bambini si divertivano.
@nadiesdaa
La vicenda Bibbiano, a mio parere in gran parte vera (ci sono ancora 17 imputati per i quali non è ancora stata pronunciata la sentenza di primo grado), è stata ignobilmente strumentalizzata da una certa parte politica, che si è avvalsa di utili idioti come i No-Vax e Scientology. Anch’io all’inizio mi ero lasciato trascinare in quella vergognosa caccia alle streghe, ma ben presto mi sono reso conto di come stessero veramente le cose. Tra l’altro, è stata gettata nel calderone e coperta di fango anche una persona che mi è molto cara – che non nomino – la quale non è stata minimamente coinvolta nell’inchiesta ed è risultata del tutto estranea ai fatti.
Il processo di primo grado sta perdendo colpi. Vedremo che cosa accadrà. Grazie per il commento