Dal Fatto Quotidiano del 12 dicembre 2014
Invio la presente per replicare al post a firma della Presidentessa Centro Antiviolenza Demetra, Nadia Somma e intitolato “Violenza sulle donne: partecipa al grande gioco del ‘Piano d’azione straordinario del governo”.
La consultazione pubblica non è un gioco ma una forma di democrazia partecipativa che abbiamo voluto utilizzare in rispetto alla natura particolarmente delicata della materia. Le linee d’azione del Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere che possono essere commentate, e non votate come asserisce la presidentessa di Demetra, sul sito del Dipartimento per le pari opportunità e su partecipa.gov.it sono state precedentemente stilate in seguito a una lunga e accurata istruttoria, frutto dei contributi delle amministrazioni competenti e delle associazioni.
Il lavoro è ora a disposizione dei singoli cittadini e anche delle associazioni che non hanno partecipato alla task force, affinché possano leggere cosa si intende fare e fornire, se vogliono, idee e riflessioni costruttive. Ogni contributo è prezioso ed è il benvenuto.
Questa operazione di trasparenza e di condivisione è una forma di rispetto verso le numerose complessità che sono insite nel tema della prevenzione alla violenza sulle donne. Lo stesso rispetto che mi auguro la presidentessa Nadia Somma e le altre donne che conoscono la materia, vogliano dimostrare esprimendo la loro idea, contraria o favorevole che sia, concretamente e nel merito delle linee d’azione. Concludo confermando la mia piena disponibilità all’incontro e al dialogo per vincere insieme questa importante battaglia.
On. Giovanna Martelli
Consigliera del Presidente del Consiglio dei Ministri per le Pari Opportunità
Risposta di Nadia Somma
Onorevole Giovanna Martelli, l’associazione che rappresento fa parte della rete Nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re, che ha portato la propria esperienza ai tavoli della task force interministeriale per la redazione del Piano, oggi in consultazione online. Il percorso è stato difficile, discontinuo e poco lineare e dai suoi esiti D.i.Re ha preso le distanze anche pubblicamente.
Il nostro contributo ha potuto incidere ben poco per evitare che il Piano prevedesse interventi che vedono la donna come soggetto debole da tutelare e al quale imporre soluzioni e percorsi. Quali altri interlocutori pensate possano contribuire a rendere condiviso un Piano che ripropone stereotipi e cliché? E’ per questo che cercate il consenso popolare? I percorsi virtuosi per le vittime di violenza sono quelli che restituiscono loro forza e diritto all’autodeterminazione, una metodologia che ancora oggi, non è adottata nei luoghi istituzionali, nodi della rete di contrasto alla violenza nel Piano attuale.
Onorevole Martelli, temo che si sia persa un’occasione preziosa. La libertà femminile e il contrasto alla violenza si costruiscono con le donne e con l’autentica partecipazione e il coinvolgimento delle associazioni. I centri D.i.Re non parteciperanno alla consultazione on line.
@nadiesdaa